martedì 11 dicembre 2012

De la mente

De la mente



Sul porto era rimasta l'ultima opportunità di vita possibile. La pioggia aveva portato via tutto e il fiume giallo di bile invecchiata, se ne stava lì, immobile in apparenza, rifiutava il panta rei -che è legge o forse dogma nel mondo. Una triglia. Stordita da un lento vagare colorava di rosa una sezione d'acqua da macello. L'ultima opportunità di vita possibile era quel cielo blu, ora, era già pervenuta una seconda opportunità di vita possibile, che colorava di rosa una sezione d'acqua da macello. Una nuvola bianca nell'azzurro, arrostendosi di sole, creava nelle sue estremità superiori una docile membrana di pura luce imbiancata, però quell'effimera visione non poteva diventare una possibilità. Troppa luce, non gli apparteneva. Sanguinando lento, con dentro una conchiglia come pugnale, trascinava il suo corpo verso la sabbia inumidita. Terrorizzato, da qualche altra possibile conchiglia, intratteneva il suo sguardo sul prossimo, possibile, passo. Passo, passo, passo... Il ritonello si alzava sempre di una tonalità, nella testa. Quel ritornello gli aveva fatto dimenticare la sezione d'acqua rosa, prima, poi gli aveva fatto dimenticare quel cielo blu. Dimentico delle possibilità, il gabbiano cadde nel mare e affogò con una conchiglia di nero, inchiostro nero, nel cuore. Il dolore è un errore della mente diceva Eschilo. Il gabbiano non aveva mai letto nulla di Eschilo.

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