mercoledì 12 dicembre 2012

Riunioni fraterne indissolubili





E diventammo vecchissime.
Capelli verde argentei, Tu, al mio lato con i medesimi occhi cerchiati di verde nero. Non erano pugni a colorarci gli occhi, era nel sangue, ma non nell'umore: nel DNA del tempo. Ho imparato a darti tanti Nomi, che sentivo in me, sorella mia.

Tettoie di ricordi che si scandiscono nel silenzio dell'assenza. Come sorella una tegola di eternit mandata a morire poiché malsana. Ogni tegola plastificata prende nuovo vigore nel tempo, quanto noi? Simulando al meglio, con sopra lo scorrere del tempo, ciò che imitava in principio...  RiUnioni fraterne indissolubili.

Smaltimento. Fine.

La punizione di Pan

La punizione di Pan



E tutte quelle crisi, quelle crisi, gli attacchi di panico, quel tutto incontrollabile... L'hai mai provato? Le chiese guardandola di traverso, con l'orecchio pronto, il destro, quasi fosse l'orecchio buono o quasi come se l'orecchio sinistro, quello che sta in cerca del cuore, già la sentiva troppo e già sapeva la risposta. La farfalla non rispose. Lei non possedeva un suono per pronunciarsi, lei non possedeva orecchie per sentire, ma lo sentiva con il cuore, che non aveva. Lo sentiva con l'anima.
L' Amore che la farfalla conosceva, i colloqui sentimentali che aveva intrattenuto, sempre erano stati con suoi simili, nelle sue innumerevoli vite. Una volta aveva anche scritto una poesia, certo, l'aveva pensata, certo, l'aveva vista, certo, l'aveva sentita. Nel linguaggio umano più o meno fa così, tradurla in linguaggio perde molto, tanto, troppo, tutto. Però più o meno, se si apre il cuore, si può vedere in lontananza una fioca luce di quel che in realtà è.

Amanti farfalle senza il peso del cuore

Lì,
ove le Amanti farfalle
si donano Amore,
nella vertiginosa spirale del sentimento.
Felici danzano nel cielo.
Senza pensieri brutali,
senza sofferenza.
Loro: così libere, così pure...
Si Amano nella spirale del loro
sentimento terreno.
Amanti farfalle senza il peso del cuore.

La farfalla iniziò a danzare, questo era il suo linguaggio. A guardarlo da fuori, questo colloquio, non si capiva se il pettirosso leggeva, intendeva, il battito delle ali, oppure leggeva ciò che le ali della farfalla sfioravano. Sì, teneva come valida la prima lettera che componeva il nome dell'oggetto. Così, toccando vari oggetti la farfalla creava una nuova comunicazione con il suo pettirosso e scoprivano il mondo. Forse.

La farfalla non possedeva linguaggio sonoro ma voleva parlare un linguaggio comune. Il linguaggio... La farfalla si stupì quando si accorse che il pettirosso, come lei, la sentiva con l'anima.

Quando lei si posò sul suo cuore, quel tutto non l'aveva mai provato. Quando lui la sentì appoggiarsi sul suo cuore, quel tutto non l'aveva mai provato.

La punizione di Pan.




martedì 11 dicembre 2012

Malvina



Trapezi consistenti tagliano la notte viola. E' grandine, sbircia il fondale di qualsiasi oggetto e si dimentica di chiedere permesso, tuttavia, non si dimentica di bussare. Tanto rara da portare seco ricordi lontani e si dimentica di chiedere permesso. Ricordi traditi dai sentimenti la innalzano per ciò che è: rara. Taglia e non cuce. Distrugge senza chiedere perdono, perchè ubriaca di santità bianca non esce mai dalla sua purezza. E' tutta luce, che graffia. Natura. E' come la pioggia che si mette a fare pugilato con il mare e non come la neve che viene accolta dolcemente, dallo stesso mare. Una platea di granelli di sabbia guarda la nobile arte, SiO2 che solitamente s'innalza con il vento per finire negli occhi degli avari d'immagini, storditi da miopie eleganti. La sabbia prende colpi sotto la cintura, colpi che non si aspetta, urla: ero il tuo spettatore, tifavo per te! La grandine non ha sentimenti. E' rara. Alla rarità non si possono applicare sentimenti, pensava Malvina seduta alla finestra.

De la mente

De la mente



Sul porto era rimasta l'ultima opportunità di vita possibile. La pioggia aveva portato via tutto e il fiume giallo di bile invecchiata, se ne stava lì, immobile in apparenza, rifiutava il panta rei -che è legge o forse dogma nel mondo. Una triglia. Stordita da un lento vagare colorava di rosa una sezione d'acqua da macello. L'ultima opportunità di vita possibile era quel cielo blu, ora, era già pervenuta una seconda opportunità di vita possibile, che colorava di rosa una sezione d'acqua da macello. Una nuvola bianca nell'azzurro, arrostendosi di sole, creava nelle sue estremità superiori una docile membrana di pura luce imbiancata, però quell'effimera visione non poteva diventare una possibilità. Troppa luce, non gli apparteneva. Sanguinando lento, con dentro una conchiglia come pugnale, trascinava il suo corpo verso la sabbia inumidita. Terrorizzato, da qualche altra possibile conchiglia, intratteneva il suo sguardo sul prossimo, possibile, passo. Passo, passo, passo... Il ritonello si alzava sempre di una tonalità, nella testa. Quel ritornello gli aveva fatto dimenticare la sezione d'acqua rosa, prima, poi gli aveva fatto dimenticare quel cielo blu. Dimentico delle possibilità, il gabbiano cadde nel mare e affogò con una conchiglia di nero, inchiostro nero, nel cuore. Il dolore è un errore della mente diceva Eschilo. Il gabbiano non aveva mai letto nulla di Eschilo.