Sono stata anche felice, sono stata anche più felice. Tradirò la noia pensando a un tuo bacio -sai, non lo ricordo più- e resterò a fissare la proiezione di ombre lunghe sul muro a nord delle mie stanze; c'era una finestra, non la ricordo più: la serranda è sempre chiusa. Muri di plastica inutili, mi dividono da te, e le lacrime ci scivolano sopra pulendoli. Non sono mie quelle lacrime, è il mio cielo fuori che ti piange. Eppure è ancora azzurro.
Se ti penso poi rido. Bada bene, non sorrido: rido. Cinico e permaloso. Tutto questo, da altri è inaccettabile, con te ci rido, e non ne conosco il motivo. Desidero dire la verità. Sono contenta tu abbia distrutto l'idea che mi ero fatta di te, sono contenta tu mi abbia stupito: cinico e permaloso. Rido.
Prendo il ricordo di un bacio, un pizzico del negare la realtà -perchè in realtà era un bacio di circostanza, perchè in realtà quel bacio doveva Essere il ventitre ottobre, ma sei stato troppo timido e io pensavo di non essere abbastanza. Poi si è rotto qualcosa. Poi ho perso qualcosa.
Allora pensavo e ridevo, con un cielo azzurro fuori, che mi pioveva dentro.
Raccontami una favola per non farmi pensare, per farmi dimenticare, per farmi stordire nel silenzio che mi lascia, per farmi addormentare. E' ancora faticoso prendere sonno, anche da adulti.
domenica 13 luglio 2014
Eppure è ancora azzurro
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