mercoledì 23 ottobre 2013

Ciò che ha luce non mi appartiene


E lì stava,
come se pregasse, in posizione, una posizione incantevole. Ricordava un'Arca lignea in una verde vallata.
Lei pregava.
In realtà, ogni secondo della nostra vita preghiamo.

La preghiera è Desiderio.
Il Desiderio ci mantiene Vivi.
Vivere è un Desiderio di Volontà.

Poi con il tempo si accorse che la stasi è assenza di volontà, che stare fermi è essere morti, che aspettare qualcuno che venga ad esaudire i nostri  propri Desideri è non credere abbastanza nei nostri propri Desideri.

E stava lì, come se attendesse la morte.

Un giorno, un Essere simile in tutto a Lei, si mise al suo fianco. Identici, in tutto e per tutto. Solo una cosa non coincideva: Lei aveva gli occhi aperti e il suo gemello li aveva chiusi.

Da quel momento Lei iniziò a muovere gli occhi, per scoprirne il perché. Da quel momento dimenticò la fissità, l'Astrazione.
   Certo, una volta l'Astrazione era qualcosa di Santo, però, poi, con il tempo si rese conto che la Santità è Assenza.
L'assenza, il meno clemente di ogni male -Cantava Paul Marié Verlaine.

Il bisogno della materialità, per Imparare a crescere. La necessità della mobilità, che Nobilita gli Esseri, e che si fa pericolo per Essi, perchè raca ferite -chiaro, lo fa crescere.

Lei si ripeteva: Ciò che ha luce non mi appartiene.
Si ripeteva, Incantandosi al suo cospetto.

I suoi occhi chiusi, gli occhi chiusi di Lui, guardavano-cercavano dentro.

Quando si svegliò la Mantide religiosa,
Lui non aveva più gli occhi.

Ciò che ha luce non mi appartiene.

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